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Storia delle terre e dei luoghi leggendari di Umberto Eco




Dalla più nota Atlantide all'Ultima Thule. Un excursus del grande Eco tra terre e luoghi che sono entrati a far parte dell'immaginario collettivo...tanto da essere a lungo (o tuttora) creduti reali


Storia delle terre e dei luoghi leggendari - Umberto Eco (Bompiani, oggi Giunti editore)


Non sono una grande appassionata di saggistica, ma, in compenso, dai tempi del liceo sono fissata con la mitologia. Credo di aver sfogliato il vocabolario mitologico fino a consumarlo. Qualche mese fa ero nella fase "Atlantide" e quindi dopo aver spulciato vari siti internet ho cercato anche un testo italiano che approfondisse le ricerche sulle fonti. Eco mi è sembrato un'ottima scelta (ti piace vincere facile ponzi ponzi po po po) e, dato che ad Atlantide è dedicato un unico capitolo, mi ha dato modo di scoprire anche altri luoghi leggendari e l'idealizzazione che ne è stata fatta nel corso dei secoli (a partire dai nazisti e di quella sezione esoterica del regime su cui sono stati scritti tanti libri e tanti episodi Marvel).

Una precisazione che Eco ci tiene a far fin da subito è l'argomento del libro: luoghi e terre leggendarie, ma non immaginate. Per chiarire questo punto, fa l'esempio del 21B di Baker Street, domicilio di Sherlock Holmes nei romanzi di Doyle e oggi divenuto luogo di visite e "pellegrinaggi" dei fan, ma unicamente frutto della fantasia di uno scrittore. Per lo stesso motivo non leggerete nulla sull'Isola che non c'è o sulle isole visitate da Gulliver.

In genere si sa che questi luoghi sono nati solo dalla fantasia di un narratore o di un poeta. Al contrario, e sin dai tempi più antichi, l’umanità ha fantasticato su luoghi ritenuti reali, come Atlantide, Mu, Lemuria, le terre della regina di Saba, il regno del Prete Gianni, le Isole Fortunate, l’Eldorado, l’Ultima Thule, Iperborea e il paese delle Esperidi, il luogo dove si conserva il santo Graal, la rocca degli assassini del Veglio della Montagna, il paese di Cuccagna, le isole dell’utopia, l’isola di Salomone e la terra australe, l’interno di una terra cava e il misterioso regno sotterraneo di Agarttha.
Dall'introduzione di "Storia delle terre e dei luoghi leggendari"


 I capitoli che mi sono piaciuti di più


La terra piatta e tutte i leggendari pregiudizi in merito


I capitoli dedicati al tema sono in tutto 15 e spaziano dai luoghi biblici a quelli della mitologia greca o nordica.
Per diversi motivi ho particolarmente apprezzato il primo: un approfondimento sulle teorie relative alla forma della Terra e ad alcune nozioni storiche sbagliate e spesso diffuse (soprattutto a scuola). Ad esempio, credere che nel Medioevo nessuno sapesse che la Terra non è piatta, ma questa attribuzione deriva da un pregiudizio introdotto nell'800

Il pensiero laico ottocentesco, irritato dal fatto che varie confessioni religiose stessero opponendosi all’evoluzionismo, ha attribuito a tutto il pensiero cristiano (patristico e scolastico) l’idea che la terra fosse piatta. Si trattava di dimostrare che, come si erano sbagliate circa la sfericità della terra, così le chiese potevano sbagliarsi circa l’origine delle specie
Capitolo 1


cartina mondo tolomaico

 

Malgrado molte leggende, che ancora circolano su Internet, tutti gli studiosi del Medioevo sapevano che la terra era una sfera. Anche uno studente di prima liceo può facilmente dedurre che, se Dante entra nell’imbuto infernale ed esce dall’altra parte vedendo stelle sconosciute ai piedi della montagna del Purgatorio, questo significa che egli sapeva benissimo che la terra era tonda.
Capitolo 1

Alla ricerca di Atlantide


Il sesto capitolo è il motivo per cui ho cercato questo libro. Al continente perduto sono state attribuite nei secoli decine di collocazioni geografiche: dallo stretto di Gibilterra  al nord della Svezia. Così come altrettante sono le teorie che si fondano su speculazioni filosofiche, geologiche, archeologiche.
 I testi di riferimento per queste teorie sono sicuramente il punto forte di "Storie delle terre e dei luoghi leggendari": Eco parte dal  Timeo e Crizia" di Platone, che è forse uno dei più noti e, a cascata, tutti gli autori che si sono rifatti a lui come Aristotele, Diodoro Sicuro e Plinio il Vecchio. Seguono le teorie secondo cui Atlantide è un continente e un territorio perduto e poi ritrovato, l'America o la Palestina.
Ignatius Donnelly a fine '800 (lo stesso che tentò di provare che Shakespeare e Francis Bacon fossero la stessa persona) nel suo "Atlantis", dopo aver studiato secoli di terremoti, calamità naturali, inabissamenti e fenomeni geologici di vario tipo, descrisse un'isola, derivata da un antico continente, che in tempi molto remoti era stata il vero fulcro di tutte le civiltà: 

Atlantide continente sommerso

L’Atlantide è la regione in cui per la prima volta, l’uomo si sollevò dalla barbarie alla civiltà ed è divenuta, lungo i secoli, una nazione popolosa e potente le cui genti si diffusero sulle spiagge del golfo del Messico, sulla rive del Mississippi, dell’Amazzonia, sulla costa pacifica dell’America del Sud, nel Mediterraneo, sulla costa occidentale dell’Europa e dell’Africa, nel mar Baltico, nel mar Nero e nel Caspio, e tutte queste regioni che furono popolate da nazioni civilizzate. Atlantide fu il vero mondo antidiluviano: il giardino dell’Eden, il  giardino delle Esperidi, i Campi Elisi, il giardino di Alcinoo, il Mesomphalos, l’Olimpo, l’Asgard delle tradizioni di antiche nazioni – così che essa rappresenta una memoria universale di un grande paese. in cui l’umanità primitiva abitò durante secoli di pace e felicità.
I. Donnelly in "Storia delle terre e dei luoghi leggendari", U.Eco, Capitolo 6





Insomma, tutte quelle civiltà che noi indichiamo come culla dell'umanità non sarebbero state altro che colonie di Atlantide. Una teoria che si spacciava per scientifica ma che lo stesso Eco propone ironizzando sulla credibilità generale di Donnelly e sottolineando come, tuttavia, forse proprio questo suo scritto spinse molti avventurieri a cercare i resti del continente perduto in quegli anni.
Un collegamento molto diffuso e che l'autore riporta è quello tra Atlantide e il triangolo delle Bermude

Ma si è detto di una fonte di energia ancora attiva nelle rovine sommerse di Atlantide, o di perturbazioni elettromagnetiche e anomalie gravitazionali, causate dall’antico cataclisma atlantideo; o ancora si è ipotizzata
una sopravvivenza degli atlantidi in una città sottomarina ancora esistente negli abissi del Triangolo, e a cui debbono attribuirsi le pretese sparizioni, anche se non si spiega perché gli atlantidi si dilettino con questa  forma di pirateria.
Capitolo 6


L'Ultima Thule e gli Iperborei


Casualmente, in questo libro c'è un capitolo su un'altro luogo leggendario che fino a poco fa non conoscevo e di cui mi sono interessata perché, secondo quanto dichiarato dall'autrice, sarà importante in "Lord of Shadows" (o "Signore delle Ombre"), il prossimo libro di Cassandra Clare. Sto parlando dell'Ultima Thule, cui Eco dedica il settimo capitolo. Una terra di fuoco e ghiaccio, secondo l'esploratore Pitea che è il primo a citarla, dove il sole non tramonta mai. Più volte identificata con territori del nord come l'Islanda o le isole Shetland, a differenza di Atlantide i tentativi di riportarla alla luce si sono conclusi in epoca moderna, mentre Thule è sopravvissuta soprattutto come metafora letteraria. A quest'isola è legato un altro mito, quello degli Iperborei, un antico popolo che secondo i racconti viveva in una terra lontana  a nord della Grecia illuminata dal sole per sei mesi all'anno.



Ultima Thule isola Carta di Olaus Magnus


Riguardo Thule la nostra informazione storica è ancora più incerta, vista la sua posizione estrema, visto che essa, di tutte i paesi nominati, è quello posto più a nord […] Le genti di Thule vivono di miglio e altri vegetali, frutti e radici; e quando hanno grano e miele, queste genti traggono di lì le loro bevande.
Strabone in "Storia delle terre e dei luoghi leggendari", U. Eco, Capitolo 7


Dato l'uso chegli Shadowhunters fanno dell'isola di Wrangler alla fine della serie Mortal Instruments, vorrei proprio capire chi pensano di esiliarci, o chi hanno esiliato in passato, in questa terra remota.



Leggi anche "5 cose che mi aspetto di leggere in Lord of Shadows di Cassandra Clare": nel secondo libro del ciclo fantasy "The Dark Artifices".


I luoghi romanzeschi e le loro verità


Il quindicesimo e ultimo capitolo conclude "Storia delle terre e dei luoghi leggendari" ad anello.L'intento di Eco era quello di raccontare l'origine e l'evoluzione di leggende ritenute reali nell'immaginario collettivo in secoli passati o ancora oggi da alcuni, tanto da ispirare non solo racconti ma anche ricerche e missioni esplorative.
Tuttavia, in chiusura Eco riconosce l'eguale importanza di luoghi frutto della fantasia di grandi autori che dalla loro penna hanno creato isole e paesi che forse non sono mai esistiti sotto la luce del sole, ma che hanno vissuto migliaia di vite nei cuori di altrettanti lettori, che nei secoli li hanno esplorati tra le pagine dei libri.
O ancora, luoghi assolutamente e senza dubbio reali che sono stati romanzati e ancora oggi vengono ricordati legati in modo indissolubile al nome dello scrittore che ha dato nuova vita ad essi, come l'isola di Robinson o la Transilvania di Stoker.
Forse questo, assolutamente non informativo, ma emotivo (sì, credo sia la definizione adatta) è il mio preferito.

Castello di Hogwarts Harry Potter di J. K. Rowling


Questi luoghi non eccitano la nostra credulità perché, per il contratto finzionale che ci lega alle parole dell’autore, pur sapendo che non esistono, facciamo finta che siano esistiti – e partecipiamo da complici al gioco che ci viene proposto.
Sappiamo benissimo che esiste un mondo reale, in cui è avvenuta la seconda guerra mondiale o gli uomini sono andati sulla luna, e che esistono poi i mondi possibili della nostra immaginazione, in cui sono esistiti ed esistono Biancaneve e Harry Potter, il commissario Maigret e Madame Bovary. Una volta che, aderendo al contratto finzionale, abbiamo deciso di prendere sul serio un mondo possibile narrativo, dobbiamo ammettere che Biancaneve è stata risvegliata dal suo letargo da un Principe Azzurro, che Maigret abita a Parigi in Boulevard Richard-Lenoir, che Harry Potter ha studiato da mago a Hogwarts, che Madame Bovary si è avvelenata. E chi affermasse che Biancaneve non si è mai più risvegliata dal suo sonno, Maigret abita in Boulevard de la Poissonnière, Harry Potter ha studiato a Cambridge e Madame Bovary è stata salvata in extremis con un contravveleno dal marito, susciterebbe il nostro dissenso (e magari verrebbe bocciato a un esame di letteratura comparata).
Capitolo 15


Da  lettore innamorato dei libri Eco trova nella "realtà narrativa" un'ancora di Verità in un mondo di relativismi. Un'interpretazione che io ho trovato affascinante e commovente.

Tutto questo ci dice che il mondo possibile della narrativa è l’unico universo in cui noi possiamo essere assolutamente sicuri di qualcosa, e che ci fornisce una idea molto forte di Verità[...].
In questo nostro universo ricco di errori e di leggende, di dati storici e false notizie, una cosa è assolutamente vera se lo è tanto quanto il fatto che Superman è Clark Kent. Tutto il resto può essere sempre rimesso in discussione.

Locandina Batman Superman Wonder Woman Film Dawn of Justice


Gli esaltati sperano sempre ed ancora di incontrare un giorno il Signore del Mondo o che le creature di una Razza Ventura possano sorgere da un sottosuolo vuoto.
Gli allucinati hanno creduto (e alcuni credono ancora) che la terra sia cava.  Ma qualsiasi persona normale sa per certo che – nell’universo di cui ci parla l’Odissea – la terra era piatta e ospitava l’isola dei Feaci. Da cui un’ultima consolazione. Anche le terre leggendarie, nel momento in cui si sono trasformate da oggetto di credenza a oggetto di finzione sono diventate vere. L’isola del Tesoro è più vera di Mu e, a parte il valore artistico, l’Atlantide di Pierre Benoît è più indiscutibile di quella di cui sono andati in caccia tanti cercatori di terre scomparse – e altrettanto indiscutibile, nel mondo di Platone, quando lo leggiamo in chiave narrativa (come è proprio di ogni racconto mitologico), è l’Atlantide con cui il filosofo ci ha affascinato, e la sua terra non può essere messa in questione – come invece è giusto fare con quella di Donnelly.
                                                                                                                             Capitolo 15

Piccola nota: l'immagine in copertina è un quadro di Thomas Cole, primo di una serie di quattro quadri dal titolo "Il viaggio della vita". Non mi sembra un caso che la scelta per la copertina sia ricaduta su quello che rappresenta la fase dell'infanzia.

Se cercate un approfondimento non sia su wikipedia o se siete appassionati di racconti mitologici, quello di Eco è un testo imperdibile, secondo me, soprattutto perché riporta a fine di ogni capitolo le fonti dirette consultate.









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